
Steffi Andolfato
Una storia lunga oltre dieci anni
Il progetto prende avvio nel 2009 con le prime misurazioni delle portate del torrente destinato ad alimentare l’invaso. Dopo lo screening del 2011 e la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del 2013, l’opera è rimasta ferma per anni in attesa di finanziamenti, giunti solo nel biennio 2018-2019. La cantierizzazione ha preso corpo in tempi recenti, concretizzando così un iter tecnico-amministrativo complesso e articolato.
Caratteristiche tecniche
Il bacino presenta una capacità complessiva di 135.000 m³, un’altezza massima di invaso inferiore ai 10 metri – condizione che evita la classificazione come diga – e una superficie complessiva di progetto pari a 6,5 ettari. La superficie a specchio d’acqua si estende per circa 2,8 ettari. Il substrato naturale, caratterizzato da argille e limi, ha offerto buone condizioni di impermeabilità di base, ma l’affidabilità e la durata dell’invaso sono state garantite dall’impiego di membrane in EPDM GeoGard fornite da Alpewa, materiale scelto per le sue elevate performance elastiche e la resistenza a lungo termine, anche in condizioni di gelo.
Caratteristiche tecniche
Il bacino presenta una capacità complessiva di 135.000 m³, un’altezza massima di invaso inferiore ai 10 metri – condizione che evita la classificazione come diga – e una superficie complessiva di progetto pari a 6,5 ettari. La superficie a specchio d’acqua si estende per circa 2,8 ettari. Il substrato naturale, caratterizzato da argille e limi, ha offerto buone condizioni di impermeabilità di base, ma l’affidabilità e la durata dell’invaso sono state garantite dall’impiego di membrane in EPDM GeoGard fornite da Alpewa, materiale scelto per le sue elevate performance elastiche e la resistenza a lungo termine, anche in condizioni di gelo.

Steffi Andolfato
Come sottolinea il progettista Dino Visintainer, il ricorso all’EPDM è stato determinante: «Rispetto ai teli in PVC o in poliolefine, l’EPDM mantiene nel tempo una straordinaria elasticità. Questo è fondamentale in montagna, dove il ghiaccio genera forti spinte laterali sulle sponde. La capacità del materiale di assorbire tensioni ne fa una garanzia di durabilità».
I vantaggi dell’EPDM GeoGard
I vantaggi dell’EPDM GeoGard
- Elasticità permanente: la membrana resta flessibile anche dopo decenni di esercizio, garantendo resistenza a movimenti del terreno e cicli di gelo-disgelo.
- Durabilità superiore: l’EPDM ha una vita utile stimata oltre i 30-40 anni, nettamente più lunga rispetto a PVC e poliolefine, che tendono a indurirsi e a diventare fragili col tempo.
- Resistenza ai raggi UV e agli agenti atmosferici: l’EPDM non subisce degradi significativi dovuti a esposizione solare o a condizioni climatiche estreme.
- Compatibilità ambientale: è un materiale atossico, privo di plastificanti o cloro, quindi sicuro per applicazioni in ambito idrico e naturalistico.
- Manutenzione ridotta: grazie alle sue proprietà chimico-fisiche stabili, l’EPDM richiede interventi di manutenzione minimi, riducendo i costi di gestione dell’opera nel lungo periodo.

Steffi Andolfato
Scelte sostenibili
Un aspetto qualificante dell’intervento riguarda la gestione dei materiali di scavo. Il terreno estratto non è stato trasportato all’esterno, ma riutilizzato per un riordino fondiario nella parte anteriore dell’opera, con la creazione di un pianoro che diventerà un’area ricreativa a scopo turistico. Una soluzione che ha ridotto l’impatto ambientale e trasformato un vincolo in un’opportunità.
Funzione strategica
Il bacino è destinato a limare i picchi di domanda idrica durante i mesi più critici e, potenzialmente, potrebbe operare anche in modo dinamico, venendo alimentato da sorgenti estive. Tale opzione è stata tuttavia sospesa a seguito delle recenti modifiche normative, che limitano le derivazioni in periodo estivo.
Sul piano della sicurezza, il bacino è stato progettato nel rispetto delle linee guida provinciali, con particolare attenzione agli organi di scarico, dimensionati per consentire lo svuotamento completo in 48 ore come prescritto dalla normativa vigente.
Funzione strategica
Il bacino è destinato a limare i picchi di domanda idrica durante i mesi più critici e, potenzialmente, potrebbe operare anche in modo dinamico, venendo alimentato da sorgenti estive. Tale opzione è stata tuttavia sospesa a seguito delle recenti modifiche normative, che limitano le derivazioni in periodo estivo.
Sul piano della sicurezza, il bacino è stato progettato nel rispetto delle linee guida provinciali, con particolare attenzione agli organi di scarico, dimensionati per consentire lo svuotamento completo in 48 ore come prescritto dalla normativa vigente.

Steffi Andolfato
Un modello replicabile
Il bacino di Brez rappresenta un esempio significativo di infrastruttura idrica resiliente, capace di coniugare esigenze di approvvigionamento, sostenibilità ambientale e soluzioni tecnologiche avanzate. In un’epoca in cui la gestione dell’acqua diventa tema strategico per l’agricoltura e le comunità montane, esperienze come questa possono costituire un modello replicabile anche in altri contesti.
Scheda tecnica dell’opera
Scheda tecnica dell’opera
- Opera: Bacino di accumulo idrico di Brez (Val di Non, Trentino)
- Progettista: Ing. Dino Visintainer
- Fornitura membrane impermeabilizzanti: Alpewa Srl, Bolzano
- Installatore: Impermenapace
- Materiale impermeabilizzante: Membrana in EPDM GeoGard
- Capacità complessiva: 135.000 m³
- Superficie specchio d’acqua: ca. 2,8 ha
- Superficie complessiva progetto: 6,5 ha
- Quota massima invaso: < 10 m
- Anno avvio progetto: 2009
- Anno realizzazione: 2023-2024